Fashion 2.0 e Shopping Experience a 360°

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Flavia Colli Franzone (LinkedIn), direttore responsabile di Fashion Illustrated, dedica l’editoriale del numero #18 di gennaio/febbraio 2013, alla descrizione di come le nuove tecnologie siano entrate prepotentemente all’interno del mondo fashion, e lo rimarca anche in un articolo nella sezione dedicata al retail, firmando un articolo sui negozi 2.0, “Il personal shopper diventa digitale”.

Un numero particolarmente interessante per me,  in cui ben 7 pagine sono dedicate alle nuove tecnologie. Uno dei motivi è anche l’app che il giornale ha sfornato per fornire contenuti aggiuntivi attraverso la realtà aumentata: si scarica l’app, la si punta inquandando una pagina del giornale e se è previsto compariranno gli approfondimenti.

Pur rimandando al numero indicato, illustro brevemente ciò che viene discusso.

I negozi 2.0 possono essere considerati quelli fisici, che se particolarmente illuminati, adottano nuovi strumenti e tecnologie, quali possono essere i magig mirror, i led wall, lo smart fiting, tutto che sta ad indicare un modo avangaurdista per far indossare in modo virtuale dei capi d’abbigliamento, fornire suggerimenti, ed aumentare la shopping experience. Non ultimo viene citato l’RFID, che grazie alle radiofrequenze permette di monitorare il capo praticamente in tutta la sua ‘vita’ dalla produzione, alla distribuzione e alla vendita.

La vendita. Uno dei problemi dello shopping online è che i resi a volte sfiorano il 30/40%. Sono numeri importanti e già qualcuno cerca soluzioni a questo problema con vari risultati. Un altro è legato alle motivazioni per le quali mi spingo a visionare un catalogo online; solitamente è perchè voglio risparmiare tempo e denaro. Quindi mi troverò davanti a portali che hanno una vasta scelta di prodotti divisi in categorie, gamme, stagionalità, prezzo, forme, colori, …. spesso diventa un labirinto da cui si scappa se non si trova qualcosa di interessante in un tempo breve. Sul sito della The North Face questa tempistica è stata valutata in 30 secondi dal tool ‘jack finder‘ che è una sorta di wizard che aiuta l’utente a filtrare i contenuti presenti.

E per chi rimane a casa, o meglio per chi non vuole rinunciare a entrare dentro un negozio, non mancano le occasioni di interagire con la tecnologia.
Molto  spazio viene dato alla descrizione dell’utilizzo della tecnologia RFID, di cui uno dei primi utilizzatori è stato Prada, poi seguito da Diesel, Gucci, Lio Jo, Monnalisa.

Quindi il digitale anche per il fashion diventa non solo un costo ma un’opportunità di crescita. Tutta questa corsa tecnologica occorre che mantenga un equilibrio per non confondere e spaesare la clientela. E come dice Antonio Fossati (partner fondatore di RDS) “l’investimento del retail non è solo hardware ma è un investimento di pensiero”. In particolare per l’area di cultura latina l’aspetto sociale dell’offline è molto prezioso. Ma le tendenze sono in continuo movimento e il mobile-commerce, non solo l’e-commerce, si sta rivelando un canale da tenere molto sott’occhio.

 

jb

 

joviberton

Nel digitale da sempre, come sviluppatore, responsabile di progetto, responsabile di risorse, digital product design. Mi interesso di tutto quello che gravita attorno a me e che stuzzica la mia curiosità. Anglofico per eccellenza, decisamente naif, sono alla costante ricerca di qualcosa di nuovo su cui perdere nottate.

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